"La botanica del Natale"
In esposizione al Giardino della Minerva le piante tipiche del Natale
Data pubblicazione 06/12/2013
Dal 10 dicembre 2013 al 5 gennaio 2014, presso la Sala G. Capasso del Giardino della Minerva, si terrà la mostra "La botanica del Natale". L'esposizione sarà visitabile tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 9.00 alle 13.00.
Da molte migliaia di anni l’uomo ha stabilito un rapporto di simbiosi con il mondo vegetale. Oltre a garantire un’infinita risorsa di cibo per il genere umano, il mondo vegetale ha anche rappresentato un’importante fonte per la cura delle malattie e un viatico per accedere alla dimensione sacra.
Conferma di ciò c’è data dai culti arcaici e dalle numerose simbologie legate all’albero: esso manifesta una forza, invisibile agli occhi dei profani, rivelata solo a coloro che nell’albero avvertono la potenza del Cosmo.
A un albero non era riconosciuta una valenza sacra perché appartenente a una determinata specie, ma era individuato in esso un principio di “rigenerazione” e di “potenza”, attributi che per le culture arcaiche rappresentavano il Cosmo. In poche parole la forma e la biologia di un albero erano, in chiave simbolica, la rappresentazione dell’Universo.
È alla luce di questa interpretazione che possono essere rilette le “qualità” attribuite alle piante che caratterizzano questa nostra piccola esposizione sulla “botanica del Natale”. Il vischio simbolo di fertilità, l’abete come albero cosmico, la stella di Natale, sono tutti vegetali che si caricano di una significazione perché producono frutti, fiori o principi medicamentosi in un tempo sacro, ovvero nel solstizio d’inverno.
Ogni pianta ha un retaggio divino, e, raccolta da un dio in un momento cosmico decisivo, si carica di virtù che aiutano la divinità a superare delle prove o a guarirla da eventuali malanni.
Per questo suo retaggio anch’essa diviene divina e la sua raccolta deve seguire un rituale: è il ripetersi di un atto primordiale per ottenere una “sostanza” satura di sacralità proprio in virtù della comune discendenza divina.
Da molte migliaia di anni l’uomo ha stabilito un rapporto di simbiosi con il mondo vegetale. Oltre a garantire un’infinita risorsa di cibo per il genere umano, il mondo vegetale ha anche rappresentato un’importante fonte per la cura delle malattie e un viatico per accedere alla dimensione sacra.
Conferma di ciò c’è data dai culti arcaici e dalle numerose simbologie legate all’albero: esso manifesta una forza, invisibile agli occhi dei profani, rivelata solo a coloro che nell’albero avvertono la potenza del Cosmo.
A un albero non era riconosciuta una valenza sacra perché appartenente a una determinata specie, ma era individuato in esso un principio di “rigenerazione” e di “potenza”, attributi che per le culture arcaiche rappresentavano il Cosmo. In poche parole la forma e la biologia di un albero erano, in chiave simbolica, la rappresentazione dell’Universo.
È alla luce di questa interpretazione che possono essere rilette le “qualità” attribuite alle piante che caratterizzano questa nostra piccola esposizione sulla “botanica del Natale”. Il vischio simbolo di fertilità, l’abete come albero cosmico, la stella di Natale, sono tutti vegetali che si caricano di una significazione perché producono frutti, fiori o principi medicamentosi in un tempo sacro, ovvero nel solstizio d’inverno.
Ogni pianta ha un retaggio divino, e, raccolta da un dio in un momento cosmico decisivo, si carica di virtù che aiutano la divinità a superare delle prove o a guarirla da eventuali malanni.
Per questo suo retaggio anch’essa diviene divina e la sua raccolta deve seguire un rituale: è il ripetersi di un atto primordiale per ottenere una “sostanza” satura di sacralità proprio in virtù della comune discendenza divina.
Per informazioni
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Allegati
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A cura di
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Luoghi
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