Il Sindaco e Vice Ministro De Luca al convegno "La riforma delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni"
Venerdì 13 settembre, ore 18.00, Arena del Mare
Data pubblicazione 12/09/2013
Il Sindaco di Salerno e Vice Ministro Vincenzo De Luca ha partecipato venerdì 13 settembre, presso l'Arena del Mare di Salerno, in Piazza della Concordia, all'incontro "La riforma delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni", convegno tenutosi nell'ambito di "Pubblicamente-Idee per il futuro dell'Italia", la festa nazionale FP CGIL in corso a Salerno dal 12 al 15 settembre.
Nel corso della quattro giorni di eventi organizzati dalla CGIL Funzione Pubblica, sono previsti anche i concerti gratuiti di Vinicio Capossela (venerdì 13), Enzo Avitabile e i Bottari (sabato 14) e lo spettacolo gratuito di Max Paiella (domenica 15).
“La riforma delle istituzioni e della pubblica amministrazione – ha dichiarato Vincenzo De Luca – è un tema decisivo per lo sviluppo economico e soprattutto per la difesa della democrazia. In Italia la democrazia vive un momento di profonda sofferenza: questo perché una democrazia che non decide è destinata ad entrare in crisi, soprattutto in questo scenario di competizione mondiale. Una vera democrazia si misura non sulle parole che produce, ma sulle decisioni che adotta.
In Italia manca totalmente la capacità di prendere decisioni. E questo per diverse ragioni. Da un lato l’estrema farraginosità legislativa che determina una sempre maggiore “paura della firma”: nessuno più ormai si assume la responsabilità di firmare un procedimento amministrativo. Scontiamo, inoltre, l’atavico problema dell’inefficienza della nostra pubblica amministrazione. Pensiamo ai diversi livelli istituzionali: è possibile che ce ne siano nove che fanno tutti tutto? Pensiamo al problema delle Province, di cui ormai si parla da anni senza risolvere nulla. A cosa servono, se non a distribuire contributi? Decidiamo una volta per tutte di svuotarle delle competenze e avviare processi di mobilità verso altri enti pubblici.
E ancora, quel groviglio burocratico che opprime il mondo dell’imprenditoria imponendo il passaggio attraverso decine e decine di pareri. Perché non attribuire le responsabilità ai privati e agli ordini professionali lasciando alla PA la possibilità di fare controlli a campione e punire duramente chi imbroglia?
E poi continuiamo a concederci dei lussi che solo il nostro paese si concede. Su tutti il comitatismo: non c’è opera pubblica sulla quale non si susseguano ricorsi e controricorsi. Si può sapere alla fine chi decide? A mio parere, la parola finale spetta alle istituzioni democraticamente elette. E invece in Italia tutti hanno potere di veto. Non si comprende che dietro un ricorso spesso c’è un’azienda che fallisce e decine di persone che perdono il lavoro. Non ci si rende conto che un conto è la difesa dell’ambiente e della legalità, altro conto è paralizzare il paese mentre il resto del mondo corre.
Alla base di tutto, però, c’è l’assenza, che ormai dura da anni o decenni, di una vera leadership politica. Non abbiamo un leader politico che sia in grado di parlare un discorso di verità ed insieme di guidare il paese fuori da una crisi che, in 7 anni, ci ha fatto perdere il 15% del PIL.
O rendiamo il nostro sistema realmente competitivo – ha concluso il Sindaco e Vice Ministro De Luca – oppure l’Italia è perduta. Siamo abituati a pensare che ci salveremo in qualche modo: io, invece, credo che se non creiamo sviluppo come Dio comanda non ci salva nessuno”.
Nel corso della quattro giorni di eventi organizzati dalla CGIL Funzione Pubblica, sono previsti anche i concerti gratuiti di Vinicio Capossela (venerdì 13), Enzo Avitabile e i Bottari (sabato 14) e lo spettacolo gratuito di Max Paiella (domenica 15).
“La riforma delle istituzioni e della pubblica amministrazione – ha dichiarato Vincenzo De Luca – è un tema decisivo per lo sviluppo economico e soprattutto per la difesa della democrazia. In Italia la democrazia vive un momento di profonda sofferenza: questo perché una democrazia che non decide è destinata ad entrare in crisi, soprattutto in questo scenario di competizione mondiale. Una vera democrazia si misura non sulle parole che produce, ma sulle decisioni che adotta.
In Italia manca totalmente la capacità di prendere decisioni. E questo per diverse ragioni. Da un lato l’estrema farraginosità legislativa che determina una sempre maggiore “paura della firma”: nessuno più ormai si assume la responsabilità di firmare un procedimento amministrativo. Scontiamo, inoltre, l’atavico problema dell’inefficienza della nostra pubblica amministrazione. Pensiamo ai diversi livelli istituzionali: è possibile che ce ne siano nove che fanno tutti tutto? Pensiamo al problema delle Province, di cui ormai si parla da anni senza risolvere nulla. A cosa servono, se non a distribuire contributi? Decidiamo una volta per tutte di svuotarle delle competenze e avviare processi di mobilità verso altri enti pubblici.
E ancora, quel groviglio burocratico che opprime il mondo dell’imprenditoria imponendo il passaggio attraverso decine e decine di pareri. Perché non attribuire le responsabilità ai privati e agli ordini professionali lasciando alla PA la possibilità di fare controlli a campione e punire duramente chi imbroglia?
E poi continuiamo a concederci dei lussi che solo il nostro paese si concede. Su tutti il comitatismo: non c’è opera pubblica sulla quale non si susseguano ricorsi e controricorsi. Si può sapere alla fine chi decide? A mio parere, la parola finale spetta alle istituzioni democraticamente elette. E invece in Italia tutti hanno potere di veto. Non si comprende che dietro un ricorso spesso c’è un’azienda che fallisce e decine di persone che perdono il lavoro. Non ci si rende conto che un conto è la difesa dell’ambiente e della legalità, altro conto è paralizzare il paese mentre il resto del mondo corre.
Alla base di tutto, però, c’è l’assenza, che ormai dura da anni o decenni, di una vera leadership politica. Non abbiamo un leader politico che sia in grado di parlare un discorso di verità ed insieme di guidare il paese fuori da una crisi che, in 7 anni, ci ha fatto perdere il 15% del PIL.
O rendiamo il nostro sistema realmente competitivo – ha concluso il Sindaco e Vice Ministro De Luca – oppure l’Italia è perduta. Siamo abituati a pensare che ci salveremo in qualche modo: io, invece, credo che se non creiamo sviluppo come Dio comanda non ci salva nessuno”.
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