Giorgio La Malfa: "L'Europa in pericolo. La crisi dell'euro"
On line le dichiarazioni del Sindaco De Luca in occasione della presentazione del volume
Data pubblicazione 17/12/2012
Il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca ha partecipato lunedì 17 dicembre il Salone del Gonfalone di Palazzo di Città, alla presentazione del libro dell'On.le Giorgio La Malfa "L'Europa in pericolo. La crisi dell'euro". Oltre all'autore e al Sindaco De Luca hanno preso parte all'incontro il prof. Nicola Scarsi, il Presidente di Confindustria Salerno Mauro Maccauro e l'Assessore regionale al Lavoro Severino Nappi. Ha moderato il prof. Paolo Gravagnuuolo.
"La discussione sul volume di Giorgio La Malfa - ha esordito il Sindaco De Luca - ci offre l'occasione per distrarci dalle miserie di questo teatrino politico al quale stiamo assistendo. Io sono tra quelli che non ha capito niente di quanto sta accadendo sulla scena politica: un cabaret al quale sembra non sottrarsi nemmeno Mario Monti, che negli ultimi tempi sembra aver perso lucidità.
Due sono, a mio avviso, gli aspetti basilari della riflessione dell'On.le La Malfa in merito alla costituzione e alla crescita dell'Unione Europea. Da un lato l'anima profondamente franco-tedesca dell'UE: è innegabile che il motore politico dell'Europa sia negli interessi franco-tedeschi. Questa condizione rallenta di molto il processo di crescita dell'Unione stessa ed è per certi versi alla base dell'ormai conclamata divisione tra Nord Europa ed Europa Mediterranea. Dall'altro lato sono da considerare le conseguenze economiche del trattato di Maastricht, troppo a lungo sottovalutate. Maastricht ha messo l'Europa, e in particolare l'Italia, dinanzi ad un bivio: rinunciare al superfluo o rassegnarsi a perdere il necessario. La filosofia economica dell'UE si riconduce ad ideali, quelli della fine degli anni '80, di un Mondo che non esiste più.
In questo quadro - ha proseguito il Sindaco De Luca - la linea politica adottata dal Governo Monti, seppur necessaria un anno fa, può tradursi in una semplice espressione: morire fra gli applausi. E' l'espressione emblematica di un modo contabile di pensare, che non conosce le reali condizioni di vita della gente e delle imprese, che non riesce a comprendere come la tensione sociale sia tale da mettere a rischio persino la tenuta democratica del paese. E, a ben vedere, neanche i conti tornano, se è vero che il debito pubblico è aumentato ed è ai massimi storici. Il mito del pareggio di bilancio significa la rinuncia della politica al governo dei processi sociali.
Occorre, dunque, un altro equilibrio. Non si può, ad esempio, non escludere almeno in parte dal Patto di Stabilità le spese per gli investimenti. Io non sono contro il rigore, anzi sono per avere più rigore ed evitare quel paradosso dell'efficienza che è l'emblema dell'ottusità dei tagli lineari.
Mi auguro - ha concluso il Sindaco De Luca - che si apra presto una nuova stagione politica, che sia in grado di cambiare radicalmente la cultura riformista incardinandola nel principio di responsabilità. E' mia forte convinzione che chi lavora non è un ingranaggio, con buona pace di Marchionne. Chi non lavora, però, deve essere licenziato: in queste condizioni non possiamo consentirci più alcuna forma di parassitismo. Dovrà valere un principio basilare: nessun contributo dello Stato senza una corrispettiva prestazione lavorativa. Al contempo dovrà, però valere un altro concetto fondamentale: il governo di questi problemi non è solo un mero lavoro contabile".
"La discussione sul volume di Giorgio La Malfa - ha esordito il Sindaco De Luca - ci offre l'occasione per distrarci dalle miserie di questo teatrino politico al quale stiamo assistendo. Io sono tra quelli che non ha capito niente di quanto sta accadendo sulla scena politica: un cabaret al quale sembra non sottrarsi nemmeno Mario Monti, che negli ultimi tempi sembra aver perso lucidità.
Due sono, a mio avviso, gli aspetti basilari della riflessione dell'On.le La Malfa in merito alla costituzione e alla crescita dell'Unione Europea. Da un lato l'anima profondamente franco-tedesca dell'UE: è innegabile che il motore politico dell'Europa sia negli interessi franco-tedeschi. Questa condizione rallenta di molto il processo di crescita dell'Unione stessa ed è per certi versi alla base dell'ormai conclamata divisione tra Nord Europa ed Europa Mediterranea. Dall'altro lato sono da considerare le conseguenze economiche del trattato di Maastricht, troppo a lungo sottovalutate. Maastricht ha messo l'Europa, e in particolare l'Italia, dinanzi ad un bivio: rinunciare al superfluo o rassegnarsi a perdere il necessario. La filosofia economica dell'UE si riconduce ad ideali, quelli della fine degli anni '80, di un Mondo che non esiste più.
In questo quadro - ha proseguito il Sindaco De Luca - la linea politica adottata dal Governo Monti, seppur necessaria un anno fa, può tradursi in una semplice espressione: morire fra gli applausi. E' l'espressione emblematica di un modo contabile di pensare, che non conosce le reali condizioni di vita della gente e delle imprese, che non riesce a comprendere come la tensione sociale sia tale da mettere a rischio persino la tenuta democratica del paese. E, a ben vedere, neanche i conti tornano, se è vero che il debito pubblico è aumentato ed è ai massimi storici. Il mito del pareggio di bilancio significa la rinuncia della politica al governo dei processi sociali.
Occorre, dunque, un altro equilibrio. Non si può, ad esempio, non escludere almeno in parte dal Patto di Stabilità le spese per gli investimenti. Io non sono contro il rigore, anzi sono per avere più rigore ed evitare quel paradosso dell'efficienza che è l'emblema dell'ottusità dei tagli lineari.
Mi auguro - ha concluso il Sindaco De Luca - che si apra presto una nuova stagione politica, che sia in grado di cambiare radicalmente la cultura riformista incardinandola nel principio di responsabilità. E' mia forte convinzione che chi lavora non è un ingranaggio, con buona pace di Marchionne. Chi non lavora, però, deve essere licenziato: in queste condizioni non possiamo consentirci più alcuna forma di parassitismo. Dovrà valere un principio basilare: nessun contributo dello Stato senza una corrispettiva prestazione lavorativa. Al contempo dovrà, però valere un altro concetto fondamentale: il governo di questi problemi non è solo un mero lavoro contabile".
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