Il Sindaco De Luca al convegno "La riconversione industriale in nuove realtà e lo sviluppo del territorio"
On line la sintesi delle dichiarazioni del primo cittadino
Data pubblicazione 20/04/2012
Il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca è intervernuto venerdì 20 aprile, presso il Salone del Gonfalone del Comune di Salerno. al convegno organizzato dal Lions Club, dal titolo "La riconversione industriale in nuove realtà e lo sviluppo del territorio - Salerno esempio di governance efficace". All'incontro ha preso parte, tra gli altri, il Presidente e A.D. della Meridie SpA Giovanni Lettieri.
“In Italia si sono persi i valori pubblici – ha esordito il Sindaco De Luca – c’è un clima di depressione terribile, una crisi senza precedenti, della cui portata forse ancora non ci siamo resi del tutto conto: non tutti hanno capito che vivremo peggio di come vivevamo 5-10 anni fa, che dovremo accontentarci di standard di vita più bassi di quelli a cui eravamo abituati e ad abitudini che erano quelle dei nostri padri.
L’Italia ha avuto un momento di svolta radicale nel 1992 con il Trattato di Maastricht. Lì poteva e doveva cambiare la nostra storia perché entravamo in una nuova dimensione, quella europea: ma perché ciò avvenisse avremmo dovuto cambiare tutto. Venti anni dopo possiamo dire che non lo abbiamo fatto, che non è cambiato niente, perché abbiamo avuto una classe dirigente squallida, incapace di produrre un leader che avesse una statura culturale e una capacità organizzativa e governativa tali da guidare il Paese al cambiamento.
Oggi l’Italia si trova a competere con le altre realtà internazionali portando sulle spalle alcuni pesi enormi di cui non siamo stati in grado di liberarci. Su tutti un debito pubblico e un’evasione fiscale spaventosi. Paghiamo anche il peso della bolletta energetica, che ammonta a 70 miliardi ogni anno. E abbiamo anche una Pubblica Amministrazione farraginosa come poche al Mondo. Per fare un esempio, in Italia abbiamo 200mila leggi, quando in Germania ce ne sono 60mila. L’assurda frantumazione delle competenze comporta l’impossibilità di decidere un obiettivo e perseguirlo. In questo siamo anche vittima di un’idea malata di democrazia secondo cui la democrazia migliore è quella che produce più parole: è falso, la democrazia migliore è quella che produce più risultati. Questa impostazione dovrà cambiare subito, perché gli altri Paesi non ci aspettano.
Dovevamo e dobbiamo affrontare di petto queste problematiche. E invece per anni si è parlato solo di escort, di Ministeri al Nord, del dito medio e della canottiera di Bossi e di altre imbecillità. Negli ultimi anni abbiamo perso la percezione della realtà: l’Italia è stata per anni in condizione di anestesia percettiva, non si percepivano le cose più scandalose, più incompatibili con la decenza. Siamo arrivati al punto che un italiano non poteva più viaggiare in Europa senza vergognarsi. E intanto la crisi scavava e il debito pubblico cresceva: rendiamoci conto che se non lo cancelliamo in fretta si mangerà il futuro dei nostri figli. Purtroppo gli attuali gruppi dirigenti non sembrano in grado di farci uscire da questa situazione.
E dire che l’Italia è arte, è cultura, è tradizione, è un patrimonio che da solo, in un’economia avanzata, potrebbe rappresentare il 15-20% del PIL. Invece noi stiamo perdendo anche l’anima, fra poco chiuderemo i musei. Noi possiamo ripartire se guardiamo in faccia alla realtà, se abbiamo il coraggio di cambiare tutto per salvare il futuro dei nostri figli. Abbiamo già perso metà delle nostre quote di mercato internazionale, tanti paesi ci stanno superando a velocità doppia. Se questo trend non muterà diventeremo un paese di serie inferiore che non avrà più niente da dire al Mondo.
Per quello che è nelle nostre possibilità in un quadro così losco – ha continuato il Sindaco De Luca – noi a Salerno stiamo cercando di combattere. Le nostre scelte sono state ambiziose. Siamo convinti che esistono campi nei quali si può eccellere anche se si è una media realtà del Sud Italia. Partendo da questo presupposto, siamo riusciti a divenire una città all’avanguardia nelle politiche ambientali, grazie soprattutto alle alte percentuali di raccolta differenziata. Raggiungeremo presto i vertici nel campo della grande architettura: siamo partiti dall’elaborazione di un progetto urbanistico nel quale nulla è casuale e ogni scelta rientra in un disegno preciso per arrivare poi ad avere le più grandi archistar mondiali, le cui creazioni non saranno solo la nuova immagine di Salerno, ma daranno grandi possibilità di sviluppo del turismo culturale, sul modello dell’esperienza di città come Bilbao. Puntiamo presto, inoltre, ad essere la sola città con copertura totale di wi-fi libero. E, infine, siamo una realtà che può attrarre gli investimenti perché garantisce due condizioni essenziali: sburocratizzazione e sicurezza.
Tutto questo segue un asse principale su cui pensiamo che si possa creare sviluppo, ovvero il turismo basato sulla valorizzazione dell’economia del mare in ogni suo aspetto: portualità commerciale e turistica, turismo crocieristico, cantieristica nautica, balneazione con la creazione di una spiaggia lungo l’intero litorale cittadino. A questo impianto si può aggiungere la riconversione industriale di quelle aziende storiche andate in crisi: è quello che sta avvenendo alle ex manifatture cotoniere meridionali, il cui progetto di riqualificazione prevede la realizzazione di una vera e propria città mercato che, tra le altre cose, significherà la creazione di circa 1000 posti di lavoro. Non è un caso, dunque, se la realtà salernitana è l’unica tra quelle campane a presentare un trend positivo nei dati occupazionali. Un trend limpidamente testimoniato anche dal boom registrato da ristoranti e alberghi cittadini nel periodo di Luci d’Artista. Tutto questo significa lavoro ed economia.
Se non altro noi stiamo cercando di fare il nostro dovere con onore, anche per ripagare la fiducia accordataci dai nostri concittadini. Tutto quello che stiamo facendo possiamo farlo perché siamo un’amministrazione fatta di persone libere, che non devono rendere conto a nessuno e rispondere ad alcuna bandiera politica, che possono fare in coscienza ciò che ritengono giusto per la comunità. Forse in futuro non ci saranno più queste condizioni – ha concluso il Sindaco De Luca – Dobbiamo dare tutto per portare a compimento nei prossimi due-tre anni questo progetto che abbiamo pensato per il futuro dei nostri figli”.
“In Italia si sono persi i valori pubblici – ha esordito il Sindaco De Luca – c’è un clima di depressione terribile, una crisi senza precedenti, della cui portata forse ancora non ci siamo resi del tutto conto: non tutti hanno capito che vivremo peggio di come vivevamo 5-10 anni fa, che dovremo accontentarci di standard di vita più bassi di quelli a cui eravamo abituati e ad abitudini che erano quelle dei nostri padri.
L’Italia ha avuto un momento di svolta radicale nel 1992 con il Trattato di Maastricht. Lì poteva e doveva cambiare la nostra storia perché entravamo in una nuova dimensione, quella europea: ma perché ciò avvenisse avremmo dovuto cambiare tutto. Venti anni dopo possiamo dire che non lo abbiamo fatto, che non è cambiato niente, perché abbiamo avuto una classe dirigente squallida, incapace di produrre un leader che avesse una statura culturale e una capacità organizzativa e governativa tali da guidare il Paese al cambiamento.
Oggi l’Italia si trova a competere con le altre realtà internazionali portando sulle spalle alcuni pesi enormi di cui non siamo stati in grado di liberarci. Su tutti un debito pubblico e un’evasione fiscale spaventosi. Paghiamo anche il peso della bolletta energetica, che ammonta a 70 miliardi ogni anno. E abbiamo anche una Pubblica Amministrazione farraginosa come poche al Mondo. Per fare un esempio, in Italia abbiamo 200mila leggi, quando in Germania ce ne sono 60mila. L’assurda frantumazione delle competenze comporta l’impossibilità di decidere un obiettivo e perseguirlo. In questo siamo anche vittima di un’idea malata di democrazia secondo cui la democrazia migliore è quella che produce più parole: è falso, la democrazia migliore è quella che produce più risultati. Questa impostazione dovrà cambiare subito, perché gli altri Paesi non ci aspettano.
Dovevamo e dobbiamo affrontare di petto queste problematiche. E invece per anni si è parlato solo di escort, di Ministeri al Nord, del dito medio e della canottiera di Bossi e di altre imbecillità. Negli ultimi anni abbiamo perso la percezione della realtà: l’Italia è stata per anni in condizione di anestesia percettiva, non si percepivano le cose più scandalose, più incompatibili con la decenza. Siamo arrivati al punto che un italiano non poteva più viaggiare in Europa senza vergognarsi. E intanto la crisi scavava e il debito pubblico cresceva: rendiamoci conto che se non lo cancelliamo in fretta si mangerà il futuro dei nostri figli. Purtroppo gli attuali gruppi dirigenti non sembrano in grado di farci uscire da questa situazione.
E dire che l’Italia è arte, è cultura, è tradizione, è un patrimonio che da solo, in un’economia avanzata, potrebbe rappresentare il 15-20% del PIL. Invece noi stiamo perdendo anche l’anima, fra poco chiuderemo i musei. Noi possiamo ripartire se guardiamo in faccia alla realtà, se abbiamo il coraggio di cambiare tutto per salvare il futuro dei nostri figli. Abbiamo già perso metà delle nostre quote di mercato internazionale, tanti paesi ci stanno superando a velocità doppia. Se questo trend non muterà diventeremo un paese di serie inferiore che non avrà più niente da dire al Mondo.
Per quello che è nelle nostre possibilità in un quadro così losco – ha continuato il Sindaco De Luca – noi a Salerno stiamo cercando di combattere. Le nostre scelte sono state ambiziose. Siamo convinti che esistono campi nei quali si può eccellere anche se si è una media realtà del Sud Italia. Partendo da questo presupposto, siamo riusciti a divenire una città all’avanguardia nelle politiche ambientali, grazie soprattutto alle alte percentuali di raccolta differenziata. Raggiungeremo presto i vertici nel campo della grande architettura: siamo partiti dall’elaborazione di un progetto urbanistico nel quale nulla è casuale e ogni scelta rientra in un disegno preciso per arrivare poi ad avere le più grandi archistar mondiali, le cui creazioni non saranno solo la nuova immagine di Salerno, ma daranno grandi possibilità di sviluppo del turismo culturale, sul modello dell’esperienza di città come Bilbao. Puntiamo presto, inoltre, ad essere la sola città con copertura totale di wi-fi libero. E, infine, siamo una realtà che può attrarre gli investimenti perché garantisce due condizioni essenziali: sburocratizzazione e sicurezza.
Tutto questo segue un asse principale su cui pensiamo che si possa creare sviluppo, ovvero il turismo basato sulla valorizzazione dell’economia del mare in ogni suo aspetto: portualità commerciale e turistica, turismo crocieristico, cantieristica nautica, balneazione con la creazione di una spiaggia lungo l’intero litorale cittadino. A questo impianto si può aggiungere la riconversione industriale di quelle aziende storiche andate in crisi: è quello che sta avvenendo alle ex manifatture cotoniere meridionali, il cui progetto di riqualificazione prevede la realizzazione di una vera e propria città mercato che, tra le altre cose, significherà la creazione di circa 1000 posti di lavoro. Non è un caso, dunque, se la realtà salernitana è l’unica tra quelle campane a presentare un trend positivo nei dati occupazionali. Un trend limpidamente testimoniato anche dal boom registrato da ristoranti e alberghi cittadini nel periodo di Luci d’Artista. Tutto questo significa lavoro ed economia.
Se non altro noi stiamo cercando di fare il nostro dovere con onore, anche per ripagare la fiducia accordataci dai nostri concittadini. Tutto quello che stiamo facendo possiamo farlo perché siamo un’amministrazione fatta di persone libere, che non devono rendere conto a nessuno e rispondere ad alcuna bandiera politica, che possono fare in coscienza ciò che ritengono giusto per la comunità. Forse in futuro non ci saranno più queste condizioni – ha concluso il Sindaco De Luca – Dobbiamo dare tutto per portare a compimento nei prossimi due-tre anni questo progetto che abbiamo pensato per il futuro dei nostri figli”.
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