Ad Arti di Maggio il "Viaggio all'inferno con Vincent Profumo"
Martedì 22 maggio, ore 21.30, Palazzo Genovese
Data pubblicazione 21/05/2012
Arti di Maggio ospita il primo dei due "dedicati" a Peppe Lanzetta, scrittore, attore e drammaturgo partenopeo, nell’ambito della sua mostra, "Dalla mia casa non si vede Capri", con la performance (scuderie di palazzo Genovese, martedì 22 maggio, ore 21,30) "Viaggio all'inferno con Vincent Profumo", ideata da Pasquale De Cristofaro, con lo stesso De Cristofaro ed Antonello De Rosa ed un'incursione di Peppe Lanzetta accompagnato dal musicista Gennà Romano dei Letti Sfatti.
Vincent Profumo è il protagonista dell’ultimo romanzo di Peppe Lanzetta, Infernapoli, pubblicato dalla Garzanti. Profumo, è uno dei boss più spietati e feroci di una camorra che infetta da sempre il corpo ulcerato di una Napoli apocalittica e alla deriva. Tra strade e traffici loschi, un viaggio in profondità nelle viscere di una città-mondo senza più grazia e bellezza. Un vero e proprio dottor Jekyll e mister Hyde della mala vita organizzata. Il boss della camorra infatti, uccide spietatamente i suoi nemici ma poi, quando torna a casa, si commuove ascoltando la musica di Maria Callas. Vincent Profumo prova una stima e un’ammirazione nei confronti della cantante lirica, che col tempo si trasforma in mera ossessione. Una venerazione patologica che lo induce a battezzare le sue tre figlie col nome dell’indimenticabile soprano e cioè: MariaSole, MariaLuna e MariaStella.
Peppe Lanzetta, oltre a raccontare la difficile realtà partenopea, espone, con una certa chiarezza di idee, un dualismo che in fondo è in ognuno di noi. Un’ambivalenza che, se resta nei limiti della normalità, aiuta anche a vivere la vita in modo più pieno e appagante, ma, quando sconfina nella malattia mentale, arreca incalcolabili danni a se stesso, alla propria famiglia e all’intera società. L’unica forza vitale sembra essere il sesso. Un sesso violento, osceno, oltre ogni limite e misura che impegna tutti in un agone mortale. Vicenda tragica eppure con risvolti di una delicatezza insperabili. Una ginestra su un dorso vulcanico arso e desertico. Un profumo di speranza e di possibile riscatto se…
L’azione scenica sarà una discesa agli inferi, attraverso la voce rotta e maleducata di Lanzetta che ci ha abituati da sempre a guardare in faccia la realtà senza alcun infingimento. L’idea performativa di Pasquale De Cristofaro, creata per l’evento visivo della quinta edizione di "Arti di maggio", promossa dall’associazione Seventh Degree e sostenuta dall’amministrazione comunale, è il primo appuntamento dei due “dedicati” a Peppe Lanzetta, il quale non mancherà di irrompere, nella performance a lui stesso ispirata, tra le sue opere, esposte nelle scuderie di palazzo Genovese, che segnano l’esordio quale pittore con la personale, curata da Erminia Pellecchia "Dalla mia casa non si vede Capri".
Il secondo “dedicato” si svolgerà giovedì 24 maggio, alle ore 21,30, nel cortile di Palazzo Genovese dove saranno proiettati i video degli spettacoli, “Malaluna” di Peppe Lanzetta e Vincenzo Pirrotta, premio Eti-Olimpici del Teatro 2004 e “Opera di periferia”, una commedia musicale sempre firmata dal drammaturgo napoletano e prodotta nel 2006 dal TeatroStudio di Salerno. Sarà l'occasione per discutere e riflettere dei problemi che affliggono la nostra società; il degrado umano e ambientale, la disperazione, la solitudine, la malavita organizzata e quella impazzita, il doloroso cammino dei migranti. Ne parleranno Alfonso Amendola, docente dell’ateneo salernitano, e Gianni Molinari, capo della redazione de’ “Il Mattino” di Salerno.
Vincent Profumo è il protagonista dell’ultimo romanzo di Peppe Lanzetta, Infernapoli, pubblicato dalla Garzanti. Profumo, è uno dei boss più spietati e feroci di una camorra che infetta da sempre il corpo ulcerato di una Napoli apocalittica e alla deriva. Tra strade e traffici loschi, un viaggio in profondità nelle viscere di una città-mondo senza più grazia e bellezza. Un vero e proprio dottor Jekyll e mister Hyde della mala vita organizzata. Il boss della camorra infatti, uccide spietatamente i suoi nemici ma poi, quando torna a casa, si commuove ascoltando la musica di Maria Callas. Vincent Profumo prova una stima e un’ammirazione nei confronti della cantante lirica, che col tempo si trasforma in mera ossessione. Una venerazione patologica che lo induce a battezzare le sue tre figlie col nome dell’indimenticabile soprano e cioè: MariaSole, MariaLuna e MariaStella.
Peppe Lanzetta, oltre a raccontare la difficile realtà partenopea, espone, con una certa chiarezza di idee, un dualismo che in fondo è in ognuno di noi. Un’ambivalenza che, se resta nei limiti della normalità, aiuta anche a vivere la vita in modo più pieno e appagante, ma, quando sconfina nella malattia mentale, arreca incalcolabili danni a se stesso, alla propria famiglia e all’intera società. L’unica forza vitale sembra essere il sesso. Un sesso violento, osceno, oltre ogni limite e misura che impegna tutti in un agone mortale. Vicenda tragica eppure con risvolti di una delicatezza insperabili. Una ginestra su un dorso vulcanico arso e desertico. Un profumo di speranza e di possibile riscatto se…
L’azione scenica sarà una discesa agli inferi, attraverso la voce rotta e maleducata di Lanzetta che ci ha abituati da sempre a guardare in faccia la realtà senza alcun infingimento. L’idea performativa di Pasquale De Cristofaro, creata per l’evento visivo della quinta edizione di "Arti di maggio", promossa dall’associazione Seventh Degree e sostenuta dall’amministrazione comunale, è il primo appuntamento dei due “dedicati” a Peppe Lanzetta, il quale non mancherà di irrompere, nella performance a lui stesso ispirata, tra le sue opere, esposte nelle scuderie di palazzo Genovese, che segnano l’esordio quale pittore con la personale, curata da Erminia Pellecchia "Dalla mia casa non si vede Capri".
Il secondo “dedicato” si svolgerà giovedì 24 maggio, alle ore 21,30, nel cortile di Palazzo Genovese dove saranno proiettati i video degli spettacoli, “Malaluna” di Peppe Lanzetta e Vincenzo Pirrotta, premio Eti-Olimpici del Teatro 2004 e “Opera di periferia”, una commedia musicale sempre firmata dal drammaturgo napoletano e prodotta nel 2006 dal TeatroStudio di Salerno. Sarà l'occasione per discutere e riflettere dei problemi che affliggono la nostra società; il degrado umano e ambientale, la disperazione, la solitudine, la malavita organizzata e quella impazzita, il doloroso cammino dei migranti. Ne parleranno Alfonso Amendola, docente dell’ateneo salernitano, e Gianni Molinari, capo della redazione de’ “Il Mattino” di Salerno.
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