Convegno "Patto di Stabilità. Nuovi scenari e questioni irrisolte"
On line la dichiarazione del Sindaco Vincenzo De Luca
Data pubblicazione 14/06/2013
Lunedì 17 giugno, alle ore 9.00, presso il Salone dei Marmi del Palazzo di Città, si terrà il convegno "Patto di Stabilità. Nuovi scenari e questioni irrisolte". All'incontro prenderanno parte il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, il Rettore dell'Università degli Studi di Salerno Raimondo Pasquino, l'Assessore comunale al Bilancio Alfonso Buonaiuto, insieme ad illustri personalità del mondo accademico, scientifico e giudiziario.
Considerando l’attuale scenario macroeconomico europeo e le condizioni della finanza pubblica italiana, è presumibile che il processo di riequilibrio e di risanamento in atto determinerà un ulteriore aggiornamento del Patto nella duplice direzione dell’allargamento della platea di enti a esso sottoposti e della previsione di meccanismi di flessibilità ed esclusione di alcune spese.
Tutti noi sappiamo che il Patto di stabilità interno è lo strumento mediante il quale si
realizza la condivisione tra gli obiettivi di finanza pubblica perseguiti dai livelli centrali di governo e gli obiettivi di finanza locale perseguiti dagli enti territoriali.
Tuttavia, il Patto è percepito dagli organi di governo degli enti locali, nella loro composizione sia politica sia amministrativa, come il principale vincolo all’autonomia programmatoria e gestionale.
Il convegno intende offrire una valutazione delle caratteristiche attuali del Patto e dei possibili scenari di sviluppo futuro, coniugando differenti punti di vista in modo da affiancare all’analisi accademica l’illustrazione delle problematiche operative e le logiche di chi ha il compito istituzionale di verificare il rispetto dei vincoli di finanza pubblica.
"Il Patto di Stabilità è uno dei temi all'attenzione del Governo - ha dichiarato il Sindaco e Vice Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Vincenzo De Luca - Nato all'indomani del trattato di Maastricht, in particolare dalle esigenze espresse da Francia e Germania, negli ultimi anni ha determinato due effetti: una politica di tagli lineari legata alla necessità di rispettare le scadenze di bilanci ed una drastica riduzione degli investimenti. Dall'inizio degli anni '90 in Italia si è passati da circa 30 a 3-5 miliardi di euro di investimenti reali in infrastrutture. A questo si è aggiunto il taglio di circa il 50% dei trasferimenti dallo Stato. Oggi quello che si recupera in termini di taglio della spesa si perde in termini di mancati investimenti.
Tutto ciò ha determinato una drammatica penalizzazione dei livelli di efficienza. Una penalizzazione tanto più evidente per gli enti locali, in particolare quelli virtuosi. Si è verificato negli ultimi anni quello che ho più volte definito il paradosso dell'efficienza: più investi e sei efficiente, più sei penalizzato.
La soluzione è intervenire nella sostanza sulla spesa pubblica improduttiva, cosa che ancora oggi non si sta facendo con la necessaria decisione. E' possibile che non si riesce a recuperare anche solo un 5% degli 800 miliardi di spesa pubblica? Puntare solo sull'inasprimento fiscale e su una politica di tagli significa morire di austerità. Il rigore oggi è ineludibile, ma una linea ottusamente rigorista ci mette di fronte ad un disastro sociale di dimensioni drammatiche. O si rilanciano gli investimenti o non si va avanti.
Sull'Italia gravano tre blocchi pesantissimi: debito pubblico, bolletta energetica ed evasione fiscale. Dobbiamo intervenire con la spada per liberare il paese da queste catene. Abbiamo il dovere di creare speranza e fiducia - ha concluso il Sindaco De Luca - Anche questo è un elemento decisivo per il rilancio dei programmi di investimento".
Considerando l’attuale scenario macroeconomico europeo e le condizioni della finanza pubblica italiana, è presumibile che il processo di riequilibrio e di risanamento in atto determinerà un ulteriore aggiornamento del Patto nella duplice direzione dell’allargamento della platea di enti a esso sottoposti e della previsione di meccanismi di flessibilità ed esclusione di alcune spese.
Tutti noi sappiamo che il Patto di stabilità interno è lo strumento mediante il quale si
realizza la condivisione tra gli obiettivi di finanza pubblica perseguiti dai livelli centrali di governo e gli obiettivi di finanza locale perseguiti dagli enti territoriali.
Tuttavia, il Patto è percepito dagli organi di governo degli enti locali, nella loro composizione sia politica sia amministrativa, come il principale vincolo all’autonomia programmatoria e gestionale.
Il convegno intende offrire una valutazione delle caratteristiche attuali del Patto e dei possibili scenari di sviluppo futuro, coniugando differenti punti di vista in modo da affiancare all’analisi accademica l’illustrazione delle problematiche operative e le logiche di chi ha il compito istituzionale di verificare il rispetto dei vincoli di finanza pubblica.
"Il Patto di Stabilità è uno dei temi all'attenzione del Governo - ha dichiarato il Sindaco e Vice Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Vincenzo De Luca - Nato all'indomani del trattato di Maastricht, in particolare dalle esigenze espresse da Francia e Germania, negli ultimi anni ha determinato due effetti: una politica di tagli lineari legata alla necessità di rispettare le scadenze di bilanci ed una drastica riduzione degli investimenti. Dall'inizio degli anni '90 in Italia si è passati da circa 30 a 3-5 miliardi di euro di investimenti reali in infrastrutture. A questo si è aggiunto il taglio di circa il 50% dei trasferimenti dallo Stato. Oggi quello che si recupera in termini di taglio della spesa si perde in termini di mancati investimenti.
Tutto ciò ha determinato una drammatica penalizzazione dei livelli di efficienza. Una penalizzazione tanto più evidente per gli enti locali, in particolare quelli virtuosi. Si è verificato negli ultimi anni quello che ho più volte definito il paradosso dell'efficienza: più investi e sei efficiente, più sei penalizzato.
La soluzione è intervenire nella sostanza sulla spesa pubblica improduttiva, cosa che ancora oggi non si sta facendo con la necessaria decisione. E' possibile che non si riesce a recuperare anche solo un 5% degli 800 miliardi di spesa pubblica? Puntare solo sull'inasprimento fiscale e su una politica di tagli significa morire di austerità. Il rigore oggi è ineludibile, ma una linea ottusamente rigorista ci mette di fronte ad un disastro sociale di dimensioni drammatiche. O si rilanciano gli investimenti o non si va avanti.
Sull'Italia gravano tre blocchi pesantissimi: debito pubblico, bolletta energetica ed evasione fiscale. Dobbiamo intervenire con la spada per liberare il paese da queste catene. Abbiamo il dovere di creare speranza e fiducia - ha concluso il Sindaco De Luca - Anche questo è un elemento decisivo per il rilancio dei programmi di investimento".
Per informazioni
Per informazioni
Allegati
Allegati
A cura di
A cura di
Informazioni
Informazioni
Luoghi
Luoghi