Convegno su Il popolo dei longobardi meridionali
Testimonianze storiche e monumentali, Grand Hotel Salerno
Data pubblicazione 17/06/2008
IL POPOLO DEI LONGOBARDI MERIDIONALI (570 -1076)
Testimonianze storiche e monumentali
SABATO - 28 GIUGNO 2008 - ore 9.30 -19.00
Auditorium del Grand Hotel Salerno - Lungomare Clemente Tafuri,1
IL PROGRAMMA
Ore 9.30 - Indirizzi di saluto
Ore 10.00 - Pasquale NATELLA - L’occupazione longobarda di Salerno: lezione storico -politica
Ore 10.45 - Paolo PEDUTO - Dagli scavi della Curtis di Arechi II: un contributo per la storia della Langobardia meridionale
Ore 11.30 - Gina TOMAY - Benevento longobarda alla luce dei recenti rinvenimenti archeologici
Ore 12.15 - Luigi R. CIELO - Capua longobarda: architettura e scultura
Ore 13.00 Pausa pranzo
Ore 15.30 - Chiara Lambert - Il linguaggio epigrafico longobardo: espressione di potere e cultura
Ore 16.15 - Francesca DELL’ACQUA BOYVADAOGLU - L'arte alla corte di Arechi II tra Roma, il Mediterraneo, l'Oltralpe
Ore 17.00 - Rosa FIORILLO - Un’aula della Scuola Medica Salernitana dell’XI -XII nel palazzo di Arechi II
Ore 17.45 - Mario DELL’ACQUA - Il palazzo normanno a nord della Cappella Palatina arechiana
Ore 18.30 - Dibattito
Coordina: Cinzia Dal Maso
Per info e registrazione
Gruppo Archeologico Salernitano
tel./fax 089/337331 (segreteria)
longobardi-meridionali@hotmail.it
Presentazione a cura del dott. FELICE PASTORE
Direttore del Gruppo Archeologico Salernitano
L’idea di organizzare un convegno di studi nella città di Salerno dal titolo Il popolo dei Longobardi meridionali nasce nell’ambito delle iniziative promosse dal progetto “I Longobardi“, a cura della Federarcheo (Federazione Italiana delle Associazioni Archeologiche), a cui il Gruppo Archeologico Salernitano partecipa.
Lo scopo è di dare una continuità d’interesse a un primo incontro convegnistico, organizzato dalla Società Friulana di Archeologia – onlus, tenutosi sabato e domenica, 1 e 2 marzo 2008 a Udine e Cividale del Friuli.
Infatti, il progetto “I Longobardi” vuole mettere in evidenza quello che ogni insediamento di età longobarda sul territorio nazionale ha dato ai singoli territori occupati. L’obiettivo comune si identifica nel raccogliere quante più notizie, informazioni, testimonianze possibili sui Longobardi durante il loro periodo di occupazione dell’Italia. Si tratta di ricercare tutte le realtà, anche quelle minori, della loro esistenza, di recuperare frammenti di vita attraverso le testimonianze architettoniche, documentali, iconografiche, religiose, epigrafiche, monetali, toponomastiche, legate alla storia dei singoli luoghi e dei nomi, alle tradizioni, che siano sopravvissute fino ad oggi, non trascurando anche aspetti che potrebbero sembrare marginali, ma che sarebbero invece in grado di identificarsi come “fossili guida“.
Quindi, partendo da queste considerazioni, il primo pensiero è stato di suggerire agli Enti e alle Istituzioni cittadine l’idea di musealizzare gli spazi del Complesso Monumentale di San Pietro a Corte a Salerno, in gestione a questa associazione dal 2001.
Infatti, l’aula superiore del Complesso monumentale, che potrebbe essere insieme sia la sala del trono che la cappella palatina di Arechi II, è quella che meglio si presta, nello spazio e nel tempo, all’esposizione dei reperti della cultura materiale del popolo longobardo, rinvenuti nelle campagne di scavo effettuate dalle Soprintendenze salernitane e dal prof. Paolo Peduto, direttore del Dipartimento Latinità e Medioevo dell’Università agli Studi di Salerno.
Inoltre, il dibattito, tuttora in corso, potrà chiarire meglio il tipo di destinazione d’uso che si vuole dare al Complesso e in che modo lo si voglia rendere fruibile al pubblico.
Infatti, la poca conoscenza scientifica del monumento ha condizionato in maniera determinante la sua esclusione dai siti, scelti e inseriti nel patrimonio mondiale dell’UNESCO nell’ambito del progetto “Italia Langobardorum, centri di potere e di culto (568 - 774 d.C.). Detto progetto ha avuto la nomination nel mese di gennaio u.s. a Parigi, a cui seguirà l’approvazione nel prossimo mese di luglio.
Pertanto, il convegno salernitano si propone di recuperare il tempo perduto non solo per il Complesso Monumentale di San Pietro a Corte ma anche per altri importanti siti di età longobarda presenti in Campania. In questa ottica, il Gruppo Archeologico Salernitano, in collaborazione con il Comune di Salerno e con la Soprintendenza ai beni artistici e storici, ha pensato di dare la massima attenzione ai siti presenti sull’asse delle tre capitali dei Principati longobardi in Campania (Benevento, Capua, Salerno), in particolar modo alle loro testimonianze storiche e monumentali, per favorire una koiné culturale tra queste Città e il loro territorio, promuovendo scambi e itinerari culturali, convegni di studi, che dovranno servire a chiarire in maniera definitiva il concetto di Langhibardia maior e minor, distinzione proposta degli storici moderni dopo la sconfitta subita dai Longobardi del nord (anno 774 d.C.) ad opera di Carlo Magno. Infatti, nell’VIII sec. esisteva solo una Langhibardia megale, concepita dagli ultimi re longobardi (Liutprando, Ratchis, Astolfo e Desiderio), che Arechi II, genero e uomo di fiducia di Desiderio, prima Duca di Benevento e poi Princeps gentis Langobardorum, volle perpetuare, permettendo al suo popolo di conservare la sua dignità politica fino al 1076, allorquando i Longobardi meridionali cedettero il passo a una nuova dinastia: i Normanni.