La periferia al centro. In scena “167 dall’aula al palcoscenico”
A cura dell'Associazione La Mansarda
Data pubblicazione 10/04/2007
Con il patrocinio del Comune di Salerno, andranno in scena MERCOLEDI’ 11 APRILE alle ore 20.30, presso il Teatro Augusteo di Salerno, venti ragazzi e ragazze provenienti dai quartieri difficili di Napoli (Secondigliano, Scampia, Rione Traiano, San Lorenzo, San Giovanni a Teduccio, Fuorigrotta, Case Nuove). L’ingresso è libero. I biglietti si ritirano presso il botteghino del Teatro Augusteo.
In scena “167 dall’aula al palcoscenico” che è il titolo sia del progetto formativo che dell’opera in musica di Paola Capasso e Gaetano Liguori, con la regia di Gaetano e Vincenzo Liguori. Musiche di Franco Ricciardi il quale parteciperà allo spettacolo come protagonista, insieme ai 20 adolescenti che provengono dai quartieri a rischio di Napoli. Il progetto, finanziato dalla Regione Campania, con il contributo del Fondo Sociale Europeo e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stato realizzato dalle Associazioni Apeiron, La Locomotiva, dal Teatro Totò, dal Dipartimento per la Giustizia Minorile della Campania e dall’Ass.ne LA Mansarda, di cui è Presidente Samuele Ciambriello.
Il progetto è nato per affrontare con strumenti adeguati la piaga della dispersione scolastica e formativa, riconoscendola come una delle tante forme che può assumere il disagio giovanile. L’opera in musica è una storia che partendo dalle contraddizioni territoriali e dal disagio sociale dimostra che è possibile un riscatto sociale, basato sui valori della solidarietà, a condizione che a questi ragazzi vengano aiuti e possibilità.
«La nostra rete di partner- ha dichiarato Samuele Ciambriello - ci ha permesso di individuare ragazzi e ragazze di grandi capacità che però non erano riusciti ad esprimere le loro potenzialità in contesti scolastici o che erano caduti (o rischiavano di cadere) nell’area penale. E ciò di cui siamo più contenti è che questi ragazzi diventano protagonisti, sono al centro della scena, nel senso letterale. Molti di loro non erano mai stati in un teatro sino a pochi mesi fa ed oggi vanno in scena. Abbiamo dimostrato loro che la cultura, il teatro non sono cose noiose, ma vive, attraverso le quali possono esprimere se stessi e i loro problemi.» «Lo spettacolo, ha aggiunto Ciambriello, può essere descritto come una favola moderna, ancorché un dramma a lieto fine, la cronaca vera del quotidiano che un gruppo di ragazzi tra i 16 e i 20 anni vive nel proprio quartiere di appartenenza. Un quartiere simbolo della periferia italiana, dove le difficoltà da affrontare sono tante. 167 quindi è un numero che indica un quartiere in cui i problemi sono elevati all’ennesima potenza, ma è forse proprio da questo numero che si può e si deve ripartire per una riconversione che porti al cambiamento».