"Letture senza confini"
L'ultimo appuntamento, giovedì 25 novembre
Data pubblicazione 24/06/2010
In fase di conclusione la terza edizione del Progetto di invito alla lettura “Letture senza confini”, promosso dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno, in collaborazione con l’Associazione “Proteo Fare Sapere Campania” e “Multimedia edizioni - Casa della poesia”.
“Letture senza Confini” presenta, per il 2010, alcune novità.
Il percorso di incontri con l’autore si svolgerà, infatti, da giugno a novembre, nella convinzione che la buona lettura “non va in vacanza”, in vari luoghi della città, con l’intento di sperimentare una Biblioteca aperta ed itinerante.
Ed ancora, “Senza Confini”, così denominato per la provenienza ed i temi universali affrontati dagli autori coinvolti, si rivolge quest’anno anche al mondo dei bambini con alcune specifiche proposte di lettura e di conoscenza.
Letture, video, una mostra e performances teatrali si alterneranno nei sette appuntamenti previsti, caratterizzando la nuova edizione del Progetto.
Ultimo appuntamento in programma:
25 novembre, ore 17,00, Centro Sociale – via Vestuti
Diego De Silva presenta il suo nuovo romanzo
Giovedì 25 novembre, alle ore 17,00, presso il Centro Sociale, in via Vestuti, si terrà il settimo ed ultimo incontro della terza edizione del Progetto “Letture senza Confini”, promosso dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno, in collaborazione con l’Associazione “Proteo Fare Sapere Campania” e “Multimedia edizioni – Casa della poesia”.
Diego De Silva, presenterà, introdotto da Gilda Ricci, responsabile dell’Associazione “Proteo Fare Sapere Campania” e curatrice dell’incontro, il suo nuovo romanzo “Mia suocera beve”.
Diego De Silva, nato a Napoli nel 1964, vive attualmente a Salerno.
Ha pubblicato con Einaudi i romanzi “La donna di scorta” (2001, finalista Premio Montblanc), “Certi bambini” (2001, Premio selezione Campiello, finalista Premio Viareggio, Premi Brancati -Zafferata, Fiesole, Bergamo), “Voglio guardare” (2002, Premio Pisa), “Da un'altra carne” (2004, Premio Melfi) e “Non avevo capito niente” (2007, Premio Napoli, finalista Premio Recanati; finalista Premio Strega 2008) con il quale si è imposto al grande pubblico.
Dal romanzo “Certi bambini” è stato tratto nel 2004 il film omonimo, diretto dai fratelli Frazzi, vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, fra cui l’Oscar europeo e due David di Donatello.
Suoi racconti sono apparsi in svariate antologie, fra cui Disertori e Crimini (Einaudi Stile Libero 2000 e 2005). Tra questi, compare “Il covo di Teresa” dal quale, nel 2006, è stato tratto l’omonimo film tv interpretato da Lina Sastri per la regia di Stefano Sollima.
Con Antonio Pascale e Valeria Parrella ha scritto lo spettacolo teatrale “Tre terzi”, interpretato da Marina Confalone per la regia di Giuseppe Bertolucci.
Scrive anche per il cinema (indimenticabile il personaggio di Gorbaciof, interpretato da Toni Servillo, per la regia di Stefano Incerti), la tv e il teatro e collabora al quotidiano Il Mattino e al mensile Giudizio universale.
I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Francia, Spagna, Germania e sono spesso già sceneggiature vere e proprie.
Con “Mia suocera beve” l’autore “torna sul luogo del delitto” a raccontare le vicissitudini e gli involontari colpi di genio dell’avvocato napoletano Vincenzo Malinconico, professionista “semi-disoccupato, felice a intermittenza e ora definitivamente divorziato”. “Un uomo che sposerei non una ma due volte, sbagliando tutt’e due”, ha detto qualcuna in una vera e propria dichiarazione d’amore all’antieroe filosofo e strampalato.
“Al centro del romanzo questa volta c’è un sequestro di persona ripreso in diretta dalle telecamere di un supermercato. Ad averlo studiato ed eseguito è il mite ingegnere informatico che ha progettato il sistema di videosorveglianza. Il sequestrato è un boss della camorra che l’ingegnere considera responsabile della morte accidentale del suo unico figlio. Il piano è d’impressionante efficacia: all’arrivo della televisione, l’ingegnere intende raccontare il suo dramma e processare in diretta il boss. La scena del sequestro diventa cosí il set di un tragicomico reality, con la folla e le forze dell’ordine che assistono impotenti allo «spettacolo». La sola speranza d’impedire la tragedia è affidata, manco a dirlo, all’avvocato Vincenzo Malinconico, che l’ingegnere incontra casualmente nel supermercato e «nomina» difensore d’ufficio. Malinconico, con la sua proverbiale irresolutezza, il suo naturale senso del ridicolo, la sua insopprimibile tendenza a rimuginare, uscire fuori tema, trovare il comico nel tragico, il suo riepilogare e riscrivere gli eventi recenti della sua vita privata (la crisi sentimentale con Alessandra Persiano, le incomprensioni dell’ex moglie e dei due figli, l’improvvisa malattia dell’ex suocera), riuscirà a sabotare il piano dell’ingegnere e forse anche quel gran pasticcio che è la sua vita”.
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