Mostra Aladar Lendvay alla Pinacoteca provinciale
Palazzo Pinto, via dei Mercanti, 62. Fino al 8 dicembre
Data pubblicazione 26/11/2007
Aladar Lendvay. I ricordi di un esule.
Pinacoteca provinciale. Palazzo Pinto, via Mercanti, 62
Inaugurazione sabato 1 dicembre ore 17,30
Orari di apertura al pubblico: dalle ore 9,30 alle 19,30
Ingresso gratuito
Il Centro Studi Europa Nuova, a quindici anni dalla scomparsa, ha deciso di rendere omaggio alla memoria di un artista ingiustamente poco noto, anche, forse, per l’estrema parsimonia con cui in vita ha fatto conoscere la sua opera, proponendo una rassegna di alcuni suoi dipinti e celebrandola con un catalogo dalla veste grafica consona a rappresentarla. Un artista non di origine italiana, ma che, vista la sua lunghissima permanenza a Salerno, può definirsi un nostro concittadino.
Aladar Lendvay nasce a Zagabria, in Croazia, nel 1910 da padre ungherese e madre polacca. Frequenta con ottimo profitto il Liceo Artistico e l’Istituto Scenografico della sua città; si occupa della costruzione e dell’arredo dei padiglioni di alcune edizioni della grande Fiera di Zagabria, negli anni immediatamente antecedenti il secondo conflitto mondiale. Nell’immediato dopoguerra, a seguito della tragica situazione in cui versa la sua terra di origine, sconvolta da orribili carneficine e vendette, si rifugia in Italia e vive per lungo tempo presso vari campi profughi: Udine, Trani, Senigallia, Pagani. Sposa nel 1950 a Pagani l’infermiera bosniaca, Sonia Custovic, dalla quale ha un figlio, che, purtroppo, muore nel 1954. Questo triste evento induce lui, già introverso e malinconico per natura, a chiudersi ancor di più in se stesso. Si trasferisce in seguito prima a Vietri sul Mare, poi, definitivamente, a Salerno, dove si dedica alla pittura. Carattere schivo non ama sottoporre all’altrui giudizio le sue opere e, nonostante alcuni amici, che apprezzano la sua pittura, cerchino di indurlo a comunicare il suo pensiero artistico, espone solo in poche occasioni.
Muore nella “sua” Salerno nel 1992.
Aladar Lendvay ha dipinto ritratti, marine, paesaggi e, nell’esame degli stessi, il commento viene spontaneo.
Disegno: rispettoso delle regole con buona prospettiva ed armonia compositiva. Traspare un ordine che è nella personalità dell’Autore, non come buon magazziniere delle cose, ma come fermo credente nelle proprie idee; il tratto e la pennellata confermano il suo pensiero e lo concretizzano tramite questo “elemento Arte”.
Colore: i colori sono tenui e ci si aspetta una evanescenza nelle cose rappresentate, che lascia più spazio all’allenato immaginario dell’occhio; in realtà c’è una netta messa a fuoco delle sensazioni, cosa rara in Arte, ma ben “visibile” nelle opere del nostro autore.
Soggetti: le opere rappresentano in modo figurativo il mondo, la natura, che ci circonda, cose, persone, mare. Cosa può rendere astratta un’opera figurativa? E’ la pittura di Aladar Lendvay.
Nel suo accademico ordine, i lavori di Lendvay danno la possibilità alla mente di viaggiare; mettono in moto l’immaginario, che fantastica sui perché insiti nelle sue opere. Ecco come l’Autore diventa proprietà di chi guarda un’opera d’arte.