A Palazzo di Città la presentazione del libro “Un tuffo nella vita“
Martedì 29 maggio, alle ore 16.30, nella Sala del Gonfalone
Data pubblicazione 25/05/2018
Martedì 29 maggio, alle ore 16.30, nella Sala del Gonfalone del Comune di Salerno, sarà presentato il libro “Un tuffo nella vita“, scritto da Paolo Berta, insieme a Edoardo Angelino.
Edito da Lindau, il volume racconta, in forma di intervista, la storia di Paolo Berta dopo l’incidente del 1980 (il tuffo del titolo), che lo ha reso tetraplegico.
L’evento, svolto con il Patrocinio del Comune di Salerno, vuole essere un messaggio di speranza ed un incitamento a fare ricorso a tutte le forze ed energie che sono dentro di noi nonostante le condizioni di grave disabilità conseguenti a traumi imprevedibili quanto tragici.
Paolo Berta trova una risposta ad tremendo interrogativo: ha senso vivere così? Il senso di una vita così difficile è proprio quello che lui costruisce ogni giorno come consigliere comunale di Alessandria e come fondatore di un’associazione che offre sostegno ai disabili e alle loro famiglie, anche attraverso una casa-famiglia a loro dedicata.
Una storia che contiene un duplice appello: prenderci cura dei più deboli e fare della nostra vita un’ avventura più ricca di significato.
Trentotto anni fa quel salto da uno scoglio ha rappresentato uno spartiacque nell’esistenza di Paolo: dopo quel tuffo, la paralisi. Ma poi la rinascita: la riabilitazione e la presa di coscienza di poter fare qualcosa per le altre persone con disabilità, attraverso l’associazione IDEA da lui fondata.
Oggi Paolo Berta rappresenta nel consiglio comunale della sua città, Alessandria, gli interessi dei più deboli e attraverso il suo costante impegno è diventato un punto di riferimento non soltanto per le persone con disabilità.
“Volevo lasciare un mio ricordo - spiega l'autore - a chi mi vuole bene. Con il mio amico Angelino abbiamo lavorato al telefono e poi, una volta finito il libro, l’editore ci ha proposto di dare un taglio più nazionale alla storia. Abbiamo lavorato 4 anni. Ora tramite l’associazione Idea e il mio ruolo di consigliere comunale mi occupo di risolvere problemi agli altri e questa cosa mi gratifica molto. La mia massima soddisfazione è riuscire a far tornare la luce negli occhi di ragazzi e ragazzi la cui vita è stata spezzata da un incidente, costretti a modificare abitudini e stili di vita”.
La prefazione di “Un tuffo nella vita” è stata scritta da un autore di eccezione e amico di Paolo Berta, Carlo Petrini, che significativamente conclude: “Questa più che una prefazione vuole essere un ringraziamento a Paolo, perché chi come me ha la fortuna di conoscerlo sa di essere un privilegiato”.
PREFAZIONE di Carlo Petrini
Questo è un libro toccante, stimolante, curioso, educativo e coinvolgente. Raramente capita di leggere una storia personale e di venirne rapiti in maniera così decisa e forte. La storia di Paolo Berta e il modo in cui è raccontata in queste pagine hanno questo potere. Una sorta di lunga intervista nella quale, pagina dopo pagina, Paolo racconta le vicissitudini di una vita che ha conosciuto innumerevoli cambi di direzione, sprofondi nerissimi e grandi rinascite. E lo fa sempre senza infingimenti, senza finti pudori o timori, senza calcoli e senza nascondersi. Non solo, ma anche con una buona dose di ironia che dà la cifra della sua forza e della sua tenacia.
Perché non c’è dubbio che la storia personale di Paolo Berta sia una storia difficile, in cui si può provare a immedesimarsi ma con la consapevolezza che non ci sarà mai possibile comprenderla fino in fondo, con il suo dolore, con l’incidente che lo costringe a ripensare completamente il suo futuro, con alcuni incontri decisivi che lo spingono all’impegno, alla ripartenza, a un nuovo investimento personale e collettivo nel domani. Leggere questo libro è una grande lezione di umanità e di forza, ci insegna come i nostri problemi quotidiani, i nostri fastidi e dispiaceri, le nostre delusioni, più o meno profonde, non possano e non debbano abbatterci, perché ci sono persone come lui che hanno saputo e sanno trasformare un dramma in una spinta, un colpo durissimo in un’occasione di riscatto.
Questo è un libro da leggere, pieno di spunti di riflessione e di temi che troppo spesso non siamo in grado di vedere, di percepire, di toccare con mano finché stiamo bene, finché siamo “al sicuro”. Eppure ci parla di un mondo che esiste e che è fatto di moltissime persone, che ogni giorno devono lottare con città costruite a misura di uomini e donne in ottima salute, con edifici inaccessibili a chi per muoversi ha bisogno di una carrozzina, con servizi pubblici che troppo spesso non sono utilizzabili. Persone che sono i nostri fratelli, i nostri figli, i nostri padri, i nostri fidanzati, i nostri amici e dei cui diritti dobbiamo occuparci tutti, dei cui diritti non possiamo né disinteressarci né tantomeno accontentarci di non sapere.
Paolo è una persona straordinaria, e sono ormai molti anni che con la sua associazione IDEA e con il suo ruolo di Consigliere Comunale e attivista si sta facendo portavoce di queste battaglie, mettendo in rete le persone, incitandole a non mollare e a esigere quelli che sono diritti che dovrebbero essere garantiti da uno Stato che si dichiara civile. Il nostro dovere, come cittadini e come persone, è quello di sostenere l’attività sua e di chi come lui non si è arreso e non si arrende. Serve informazione e sensibilità, serve fare rete e comprendere, ancora una volta, che non esistono problemi che non siano i nostri, che non esistono situazioni di sofferenza che non ci chiamino in causa.
E allora questa più che una breve prefazione vuole essere un ringraziamento a Paolo, perché chi come me ha la fortuna di conoscerlo sa di essere un privilegiato. Buona lettura.
Edito da Lindau, il volume racconta, in forma di intervista, la storia di Paolo Berta dopo l’incidente del 1980 (il tuffo del titolo), che lo ha reso tetraplegico.
L’evento, svolto con il Patrocinio del Comune di Salerno, vuole essere un messaggio di speranza ed un incitamento a fare ricorso a tutte le forze ed energie che sono dentro di noi nonostante le condizioni di grave disabilità conseguenti a traumi imprevedibili quanto tragici.
Paolo Berta trova una risposta ad tremendo interrogativo: ha senso vivere così? Il senso di una vita così difficile è proprio quello che lui costruisce ogni giorno come consigliere comunale di Alessandria e come fondatore di un’associazione che offre sostegno ai disabili e alle loro famiglie, anche attraverso una casa-famiglia a loro dedicata.
Una storia che contiene un duplice appello: prenderci cura dei più deboli e fare della nostra vita un’ avventura più ricca di significato.
Trentotto anni fa quel salto da uno scoglio ha rappresentato uno spartiacque nell’esistenza di Paolo: dopo quel tuffo, la paralisi. Ma poi la rinascita: la riabilitazione e la presa di coscienza di poter fare qualcosa per le altre persone con disabilità, attraverso l’associazione IDEA da lui fondata.
Oggi Paolo Berta rappresenta nel consiglio comunale della sua città, Alessandria, gli interessi dei più deboli e attraverso il suo costante impegno è diventato un punto di riferimento non soltanto per le persone con disabilità.
“Volevo lasciare un mio ricordo - spiega l'autore - a chi mi vuole bene. Con il mio amico Angelino abbiamo lavorato al telefono e poi, una volta finito il libro, l’editore ci ha proposto di dare un taglio più nazionale alla storia. Abbiamo lavorato 4 anni. Ora tramite l’associazione Idea e il mio ruolo di consigliere comunale mi occupo di risolvere problemi agli altri e questa cosa mi gratifica molto. La mia massima soddisfazione è riuscire a far tornare la luce negli occhi di ragazzi e ragazzi la cui vita è stata spezzata da un incidente, costretti a modificare abitudini e stili di vita”.
La prefazione di “Un tuffo nella vita” è stata scritta da un autore di eccezione e amico di Paolo Berta, Carlo Petrini, che significativamente conclude: “Questa più che una prefazione vuole essere un ringraziamento a Paolo, perché chi come me ha la fortuna di conoscerlo sa di essere un privilegiato”.
PREFAZIONE di Carlo Petrini
Questo è un libro toccante, stimolante, curioso, educativo e coinvolgente. Raramente capita di leggere una storia personale e di venirne rapiti in maniera così decisa e forte. La storia di Paolo Berta e il modo in cui è raccontata in queste pagine hanno questo potere. Una sorta di lunga intervista nella quale, pagina dopo pagina, Paolo racconta le vicissitudini di una vita che ha conosciuto innumerevoli cambi di direzione, sprofondi nerissimi e grandi rinascite. E lo fa sempre senza infingimenti, senza finti pudori o timori, senza calcoli e senza nascondersi. Non solo, ma anche con una buona dose di ironia che dà la cifra della sua forza e della sua tenacia.
Perché non c’è dubbio che la storia personale di Paolo Berta sia una storia difficile, in cui si può provare a immedesimarsi ma con la consapevolezza che non ci sarà mai possibile comprenderla fino in fondo, con il suo dolore, con l’incidente che lo costringe a ripensare completamente il suo futuro, con alcuni incontri decisivi che lo spingono all’impegno, alla ripartenza, a un nuovo investimento personale e collettivo nel domani. Leggere questo libro è una grande lezione di umanità e di forza, ci insegna come i nostri problemi quotidiani, i nostri fastidi e dispiaceri, le nostre delusioni, più o meno profonde, non possano e non debbano abbatterci, perché ci sono persone come lui che hanno saputo e sanno trasformare un dramma in una spinta, un colpo durissimo in un’occasione di riscatto.
Questo è un libro da leggere, pieno di spunti di riflessione e di temi che troppo spesso non siamo in grado di vedere, di percepire, di toccare con mano finché stiamo bene, finché siamo “al sicuro”. Eppure ci parla di un mondo che esiste e che è fatto di moltissime persone, che ogni giorno devono lottare con città costruite a misura di uomini e donne in ottima salute, con edifici inaccessibili a chi per muoversi ha bisogno di una carrozzina, con servizi pubblici che troppo spesso non sono utilizzabili. Persone che sono i nostri fratelli, i nostri figli, i nostri padri, i nostri fidanzati, i nostri amici e dei cui diritti dobbiamo occuparci tutti, dei cui diritti non possiamo né disinteressarci né tantomeno accontentarci di non sapere.
Paolo è una persona straordinaria, e sono ormai molti anni che con la sua associazione IDEA e con il suo ruolo di Consigliere Comunale e attivista si sta facendo portavoce di queste battaglie, mettendo in rete le persone, incitandole a non mollare e a esigere quelli che sono diritti che dovrebbero essere garantiti da uno Stato che si dichiara civile. Il nostro dovere, come cittadini e come persone, è quello di sostenere l’attività sua e di chi come lui non si è arreso e non si arrende. Serve informazione e sensibilità, serve fare rete e comprendere, ancora una volta, che non esistono problemi che non siano i nostri, che non esistono situazioni di sofferenza che non ci chiamino in causa.
E allora questa più che una breve prefazione vuole essere un ringraziamento a Paolo, perché chi come me ha la fortuna di conoscerlo sa di essere un privilegiato. Buona lettura.
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