Presentazione del Primo Rapporto Nazionale sull’Emergenza abbandono
Palazzo S. Agostino, Sala Bottiglieri, Giovedì 28 giugno 2007 alle ore 10:00
Data pubblicazione 27/06/2007
L’assistenza di un bambino in istituto costa allo Stato più del doppio dell’accoglienza in famiglia tramite l’affido, mentre le adozioni nazionali sono sempre più difficili; l’opinione pubblica è totalmente ignara del fenomeno dell’abbandono anche se riconosce nell’adozione l’unico strumento per accogliere un bambino oggi in istituto. Le istituzioni? Ostacolanti se non assenti, così come la scuola appare un mondo ancora impreparato ad affrontare il problema. Una radiografia imperfetta e molto sfuocata, quella dell’abbandono dei minori in Italia.
E’ quanto emerge dal primo Rapporto sull’Emergenza abbandono che sarà presentato il 28 giugno 2007 a Salerno, promosso da Amici dei Bambini e BNL - Gruppo BNP Paribas, sotto l’egida dell’Unione Europea.
La presentazione permetterà di ascoltare protagonisti e vissuti di un fenomeno nascosto, che ad oggi ha avuto poca voce in capitolo. Sullo sfondo, un’emergenza che vede nel mondo circa 145milioni di bambini orfani’ (fonte Unicef 2003). A illustrare le possibili prospettive interverranno la dott.ssa Rosa D’Amelio, assessore regionale alle Politiche Sociali, il dott. Guerrino Terrone, assessore alle Politiche Sociali della provincia di Salerno, il dott. Ermanno Guerra, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, la dott.ssa Monica Barbarotto, responsabile del Progetto Culturale Amici dei Bambini, la prof.ssa Fabrizia Bagnati, presidente Unione Camere dei Minori e docente di diritto Penale presso l’Università Federico II di Napoli, l’avvocato Gaetana Paesano, segretario distrettuale dell’AIAF di Salerno, la dottoressa Sabina Niceforo, Giudice Onorario del Tribunale per i Minorenni di Salerno. Il dibattito sarà moderato dall’avvocato Maria Teresa de Scianni, presidente dell’Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia, sezione di Salerno.
Il Rapporto - Il Rapporto sull’emergenza abbandono è unico in Europa per architettura e logica multidisciplinare e frutto del lavoro dell’Osservatorio multidisciplinare creato da Amici dei Bambini con il supporto di BNL.
Per la prima volta è disponibile un quadro articolato sul fenomeno dell’abbandono in Italia, non solo dal punto di vista quantitativo – peraltro difficile da rivelare perché si tratta di un’emergenza sommersa – ma anche sotto il profilo qualitativo: dai costi diretti che l’abbandono comporta alla percezione del fenomeno nella società civile, dall’immagine offerta dai media alle testimonianze di famiglie, figli adottivi e operatori del settore.
I risultati delle ricerche
I costi dell’abbandono – Per la prima volta in Italia il Cergas dell’Università Bocconi ha monitorato i costi diretti dell’abbandono attraverso un primo screening della spesa di enti locali e amministrazioni pubbliche. Emerge nel complesso un dato frammentario e disomogeneo, che varia da regione a regione, con un unico denominatore: lo Stato in media per un bambino in assistenza (istituto) investe 10.695 euro all’anno a fronte dei 5.200 investiti per singolo minore in affidamento. I dati sui costi si basano su capitoli della prima indagine sulla spesa sociale degli enti locali (2003), incrociati con dati reperiti da fonte Istat (2003 e 2005), ma anche da piani di zona e da indagini della Consulta della Chiesa cattolica (2005).
Affido e istituto - Il dato varia in maniera significativa da regione a regione: in Lombardia si spendono in media oltre 15mila euro all’anno per un bambino in istituto e 3457 Euro per un bambino in affido; nel Lazio in media per un bambino assistito nel Comune di Roma occorre investire circa 50 euro al giorno se in istituto o in centro di accoglienza (per una media annua di oltre 18mila euro per minore) mentre l’affido richiede una cifra annuale di 3098 euro per minore. E ancora: nel Veneto il rapporto annuale tra i costi è ancora a sfavore dell’istituto, circa 12500 euro per bambino contro i 1833 dell’affido.
Le adozioni nazionali - Un dato interessante è legato alla diminuzione del numero di procedimenti inviati ai Tribunali per i minorenni per dichiarare “adottabile” un bambino: dai 3200 procedimenti avviati nel 1995 si arriva ai 2694 del 2002, mentre le dichiarazioni di adottabilità sono passate da circa 1500 nel 1997 ai 1080 del 2002. Nel 2003, dell’intera popolazione minorile in centri socio-assistenziali stimata intorno ai 20mila minori (dati Istat), solo 869 erano bambini o adolescenti adottabili (4,3% del totale) e 342 con l’iter di adottabilità non ancora concluso. Nel corso dell’anno sono stati accolti nelle strutture 8.855 nuovi minori, mentre ne sono usciti 9.833: di questi, solo il 4,2% è stato adottato (415).
L’abbandono visto dagli italiani – La ricerca condotta da Gfk-Eurisko sulla percezione del fenomeno dell’abbandono da parte dell’opinione pubblica italiana, ha
messo in evidenza aspetti variegati e contraddittori del problema. L’abbandono e la realtà degli istituti sono in sé sconosciuti per l’86% del campione di intervistati: meno della metà (48%) percepisce l’abbandono come assenza di relazioni familiari (che caratterizza appunto le strutture assistenziali per i minori), tanto che solo il 4% degli italiani campione associa l’orfanotrofio/l’istituto come situazione di abbandono: il bambino in una struttura assistenziale – nutrito, vestito, con istruzione scolastica – non viene considerato abbandonato.
Ne consegue una continua oscillazione fra riconoscimento del problema - un problema vicino, che tocca anche i nostri bambini trascurati in famiglia e che genera angoscia - e allontanamento. L’adozione è riconosciuta da tutti come principale mezzo di tutela per i bambini abbandonati: sentimento che si scontra con una realtà dei fatti molto diversa, come ha evidenziato lo studio del Cergas.
Il senso di isolamento che accompagna l’abbandono caratterizza invece il vissuto di chi, genitore adottivo e/o affidatario, figlio, o operatore sociale si trova a dover vivere e convivere con questa esperienza. È quello che emerge dalla ricerca presentata da Eikon-Etnolab: il tratto comune dei tre gruppi sia proprio la dimensione dell’isolamento. Da tutte le esperienze emergono sentimenti di insicurezza, solitudine ed impotenza; un isolamento che appare a tinte forti soprattutto nell’ambiente scolastico: è qui che occorre intervenire con urgenza.
L’abbandono visto dai media - Dalle indagini di Fondazione Università IULM si evince che le istituzioni vengono rappresentate dai media inadeguate e addirittura ostacolanti per promuovere l’accoglienza dei minori. Il tema abbandono, inoltre, risulta essere rappresentato dai media in modo debole e superficiale, sia in termini quantitativi – spazio dedicato – che qualitativi – modalità di narrazione del fenomeno, con un registro di linguaggio in gran parte sensazionalistico. Inoltre è stato evidenziato come nel comunicare l’abbandono si parli solo di mancanza di famiglia o di madre, mentre il padre risulta il grande assente.
Per ulteriori informazioni:
Associazione Amici dei Bambini Campania
Via Bastioni 4 c/o Caritas Diocesana
Salerno
Referente: Dott.ssa Serena Fraiese
Tel e Fax 089 225779
Cell. 339 5870776
email: salerno@amicideibambini.it
E’ quanto emerge dal primo Rapporto sull’Emergenza abbandono che sarà presentato il 28 giugno 2007 a Salerno, promosso da Amici dei Bambini e BNL - Gruppo BNP Paribas, sotto l’egida dell’Unione Europea.
La presentazione permetterà di ascoltare protagonisti e vissuti di un fenomeno nascosto, che ad oggi ha avuto poca voce in capitolo. Sullo sfondo, un’emergenza che vede nel mondo circa 145milioni di bambini orfani’ (fonte Unicef 2003). A illustrare le possibili prospettive interverranno la dott.ssa Rosa D’Amelio, assessore regionale alle Politiche Sociali, il dott. Guerrino Terrone, assessore alle Politiche Sociali della provincia di Salerno, il dott. Ermanno Guerra, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, la dott.ssa Monica Barbarotto, responsabile del Progetto Culturale Amici dei Bambini, la prof.ssa Fabrizia Bagnati, presidente Unione Camere dei Minori e docente di diritto Penale presso l’Università Federico II di Napoli, l’avvocato Gaetana Paesano, segretario distrettuale dell’AIAF di Salerno, la dottoressa Sabina Niceforo, Giudice Onorario del Tribunale per i Minorenni di Salerno. Il dibattito sarà moderato dall’avvocato Maria Teresa de Scianni, presidente dell’Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia, sezione di Salerno.
Il Rapporto - Il Rapporto sull’emergenza abbandono è unico in Europa per architettura e logica multidisciplinare e frutto del lavoro dell’Osservatorio multidisciplinare creato da Amici dei Bambini con il supporto di BNL.
Per la prima volta è disponibile un quadro articolato sul fenomeno dell’abbandono in Italia, non solo dal punto di vista quantitativo – peraltro difficile da rivelare perché si tratta di un’emergenza sommersa – ma anche sotto il profilo qualitativo: dai costi diretti che l’abbandono comporta alla percezione del fenomeno nella società civile, dall’immagine offerta dai media alle testimonianze di famiglie, figli adottivi e operatori del settore.
I risultati delle ricerche
I costi dell’abbandono – Per la prima volta in Italia il Cergas dell’Università Bocconi ha monitorato i costi diretti dell’abbandono attraverso un primo screening della spesa di enti locali e amministrazioni pubbliche. Emerge nel complesso un dato frammentario e disomogeneo, che varia da regione a regione, con un unico denominatore: lo Stato in media per un bambino in assistenza (istituto) investe 10.695 euro all’anno a fronte dei 5.200 investiti per singolo minore in affidamento. I dati sui costi si basano su capitoli della prima indagine sulla spesa sociale degli enti locali (2003), incrociati con dati reperiti da fonte Istat (2003 e 2005), ma anche da piani di zona e da indagini della Consulta della Chiesa cattolica (2005).
Affido e istituto - Il dato varia in maniera significativa da regione a regione: in Lombardia si spendono in media oltre 15mila euro all’anno per un bambino in istituto e 3457 Euro per un bambino in affido; nel Lazio in media per un bambino assistito nel Comune di Roma occorre investire circa 50 euro al giorno se in istituto o in centro di accoglienza (per una media annua di oltre 18mila euro per minore) mentre l’affido richiede una cifra annuale di 3098 euro per minore. E ancora: nel Veneto il rapporto annuale tra i costi è ancora a sfavore dell’istituto, circa 12500 euro per bambino contro i 1833 dell’affido.
Le adozioni nazionali - Un dato interessante è legato alla diminuzione del numero di procedimenti inviati ai Tribunali per i minorenni per dichiarare “adottabile” un bambino: dai 3200 procedimenti avviati nel 1995 si arriva ai 2694 del 2002, mentre le dichiarazioni di adottabilità sono passate da circa 1500 nel 1997 ai 1080 del 2002. Nel 2003, dell’intera popolazione minorile in centri socio-assistenziali stimata intorno ai 20mila minori (dati Istat), solo 869 erano bambini o adolescenti adottabili (4,3% del totale) e 342 con l’iter di adottabilità non ancora concluso. Nel corso dell’anno sono stati accolti nelle strutture 8.855 nuovi minori, mentre ne sono usciti 9.833: di questi, solo il 4,2% è stato adottato (415).
L’abbandono visto dagli italiani – La ricerca condotta da Gfk-Eurisko sulla percezione del fenomeno dell’abbandono da parte dell’opinione pubblica italiana, ha
messo in evidenza aspetti variegati e contraddittori del problema. L’abbandono e la realtà degli istituti sono in sé sconosciuti per l’86% del campione di intervistati: meno della metà (48%) percepisce l’abbandono come assenza di relazioni familiari (che caratterizza appunto le strutture assistenziali per i minori), tanto che solo il 4% degli italiani campione associa l’orfanotrofio/l’istituto come situazione di abbandono: il bambino in una struttura assistenziale – nutrito, vestito, con istruzione scolastica – non viene considerato abbandonato.
Ne consegue una continua oscillazione fra riconoscimento del problema - un problema vicino, che tocca anche i nostri bambini trascurati in famiglia e che genera angoscia - e allontanamento. L’adozione è riconosciuta da tutti come principale mezzo di tutela per i bambini abbandonati: sentimento che si scontra con una realtà dei fatti molto diversa, come ha evidenziato lo studio del Cergas.
Il senso di isolamento che accompagna l’abbandono caratterizza invece il vissuto di chi, genitore adottivo e/o affidatario, figlio, o operatore sociale si trova a dover vivere e convivere con questa esperienza. È quello che emerge dalla ricerca presentata da Eikon-Etnolab: il tratto comune dei tre gruppi sia proprio la dimensione dell’isolamento. Da tutte le esperienze emergono sentimenti di insicurezza, solitudine ed impotenza; un isolamento che appare a tinte forti soprattutto nell’ambiente scolastico: è qui che occorre intervenire con urgenza.
L’abbandono visto dai media - Dalle indagini di Fondazione Università IULM si evince che le istituzioni vengono rappresentate dai media inadeguate e addirittura ostacolanti per promuovere l’accoglienza dei minori. Il tema abbandono, inoltre, risulta essere rappresentato dai media in modo debole e superficiale, sia in termini quantitativi – spazio dedicato – che qualitativi – modalità di narrazione del fenomeno, con un registro di linguaggio in gran parte sensazionalistico. Inoltre è stato evidenziato come nel comunicare l’abbandono si parli solo di mancanza di famiglia o di madre, mentre il padre risulta il grande assente.
Per ulteriori informazioni:
Associazione Amici dei Bambini Campania
Via Bastioni 4 c/o Caritas Diocesana
Salerno
Referente: Dott.ssa Serena Fraiese
Tel e Fax 089 225779
Cell. 339 5870776
email: salerno@amicideibambini.it
Per informazioni
Per informazioni
Allegati
Allegati
A cura di
A cura di
Informazioni
Informazioni
Luoghi
Luoghi