Stagione lirica Teatro Verdi: in scena L’Elisir d’amore
Regia di Michele Mirabella. Dirige il Maestro Daniel Oren
Data pubblicazione 04/06/2010
Sabato 12 giugno, alle ore 21.00 al Teatro Verdi torna in scena L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti con la regia di Michele Mirabella. Dopo il successo ottenuto nei primi turni, che hanno visto la direzione del Maestro Fogliani, le ultime tre nuove serate vedono invece la direzione dell’Orchestra Filarmonica Salernitana Giuseppe Verdi del Maestro Daniel Oren e l’esordio in scena del giovane tenore Matteo Macchioni.
L'elisir d'amore è un'opera in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. Definita in partitura «melodramma giocoso», rientra a pieno titolo nella tradizione dell'opera comica, anche se in essa trova ampio spazio l'elemento patetico, che raggiunge la sua punta più alta nel brano più noto: la romanza cantata dal protagonista Nemorino, Una furtiva lagrima, brano entrato - come del resto l'intera opera - nel cosiddetto repertorio.
L'opera andò in scena per la prima volta il 12 maggio del 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano, che l'aveva commissionata in sostituzione di un'opera che non era stata preparata in tempo da un altro autore. Romani aveva derivato il libretto da un testo scritto l'anno prima da Eugène Scribe per il compositore Daniel Auber, Le Philtre (Il filtro).
Donizetti ebbe a disposizione solo quattordici giorni di tempo per consegnare il suo lavoro, sette dei quali servirono a Romani per adattare il testo di Scribe. Nonostante la pressione riuscì tuttavia a confezionare quello che sarebbe stato - insieme al Don Pasquale e alla triade rossiniana formata da L'Italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia e La Cenerentola - uno degli esempi più alti dell'opera comica ottocentesca.
Fin dal suo apparire, l'Elisir ebbe un grande successo con trentadue repliche consecutive. A farlo immediatamente amare dagli appassionati della lirica è in particolare la tipica melodia di Donizetti che anche in questo caso accompagna motivi piacevoli che bene mettono in risalto la vena buffa del compositore bergamasco, capace di trasformare con agilità inventiva la risata in sorriso, sia pure talvolta velato di malinconia (e la già citata aria della furtiva lagrima ne è una limpida testimonianza).
Maggiori informazioni su www.teatroverdisalerno.it
L'elisir d'amore è un'opera in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. Definita in partitura «melodramma giocoso», rientra a pieno titolo nella tradizione dell'opera comica, anche se in essa trova ampio spazio l'elemento patetico, che raggiunge la sua punta più alta nel brano più noto: la romanza cantata dal protagonista Nemorino, Una furtiva lagrima, brano entrato - come del resto l'intera opera - nel cosiddetto repertorio.
L'opera andò in scena per la prima volta il 12 maggio del 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano, che l'aveva commissionata in sostituzione di un'opera che non era stata preparata in tempo da un altro autore. Romani aveva derivato il libretto da un testo scritto l'anno prima da Eugène Scribe per il compositore Daniel Auber, Le Philtre (Il filtro).
Donizetti ebbe a disposizione solo quattordici giorni di tempo per consegnare il suo lavoro, sette dei quali servirono a Romani per adattare il testo di Scribe. Nonostante la pressione riuscì tuttavia a confezionare quello che sarebbe stato - insieme al Don Pasquale e alla triade rossiniana formata da L'Italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia e La Cenerentola - uno degli esempi più alti dell'opera comica ottocentesca.
Fin dal suo apparire, l'Elisir ebbe un grande successo con trentadue repliche consecutive. A farlo immediatamente amare dagli appassionati della lirica è in particolare la tipica melodia di Donizetti che anche in questo caso accompagna motivi piacevoli che bene mettono in risalto la vena buffa del compositore bergamasco, capace di trasformare con agilità inventiva la risata in sorriso, sia pure talvolta velato di malinconia (e la già citata aria della furtiva lagrima ne è una limpida testimonianza).
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